Post

La sicurezza e la difesa europea

Immagine
  Nonostante i diversi tentativi effettuati nel tempo per stabilire un sistema di difesa per il Vecchio continente e la più recente costituzione di una apposita agenzia in materia (EDA, Europeen Difense Agency ), la difesa comune rimane ancora allo stato embrionale e in fase concettuale. In sintesi, poche settimane dopo l’invasione russa, del 24 febbraio 2022, gli Stati membri dell’Unione europea si sono impegnati con la “Dichiarazione di Versailles” ad assumere «maggiori responsabilità per la propria sicurezza», a partire dal rafforzamento delle capacità difensive. Tuttavia, solo recentemente la Commissione europea ha presentato un piano strategico industriale per la difesa comune, i cui obiettivi riguardano l’acquisto congiunto di armamenti e il supporto all’industria militare. In particolare, si è stabilito che, entro il 2030, almeno il 40 per cento dei mezzi e materiali per la difesa siano acquistati in modo collaborativo e il 35 per cento del loro valore sia il risultato di scambi

Disinformazione e Intelligenza artificiale

Immagine
  Il 19 gennaio scorso a Davos, in Svizzera, si è riunito il World Economic Forum, per discutere sul tema “ricostruire la fiducia” a livello globale. In questo ambito sono stati esaminati, in particolare, i rischi del pianeta derivanti dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale (AI). A conclusione del meeting è stato pubblicato un rapporto nel quale 1500 esperti di tutto il mondo hanno identificato la disinformazione, alimentata dall’impiego dell’AI, come il principale rischio globale nei prossimi due anni. È interessante richiamare gli elementi più significativi del dibattito scaturito nell’incontro, al fine di comprendere quanto la nostra società sia indifesa di fronte alla disinformazione, creata dalla tecnologia denominata “intelligenza artificiale generativa”. Considerando che nei prossimi due anni circa quattro miliardi di cittadini nel mondo dovranno eleggere i propri rappresentanti, si prevede che un numero elevato di agenti, di differente estrazione, cercherà di utilizzare l

Il giorno della memoria (10 febbraio 2024)

Immagine
  A seguito della firma dell’armistizio dell’Italia con gli Alleati, Ante Pavelic, ustascia e nazionalista croato, si rivolse, l’8 settembre stesso, alla popolazione per denunciare i patti di Roma del 1941 stipulati con Mussolini e annunciare che Hitler riconosceva allo “Stato indipendente croato i territori croati persi sull’Adriatico”. I titini, in particolare, approfittarono dello smarrimento dell’esercito italiano per impadronirsi delle armi, delle munizioni e dei mezzi militari, abbandonati nei magazzini e spogliare i soldati di qualunque oggetto utile alla guerra. Così armati, essi iniziarono la conquista di parte dell’Istria, seminando terrore tra la popolazione italiana. Il 13 settembre 1943, il Comitato popolare di liberazione proclamò, a Pisino, la volontà dell’Istria di essere annessa alla madrepatria croata e di far parte della Jugoslavia comunista, elevando la città al rango di capoluogo di regione (al posto di Pola occupata dai tedeschi). Con un proclama dell’Assemblea ve

Deterrenza nucleare e mantenimento della pace

  La deterrenza nucleare è tornata ad interessare l’opinione pubblica dell’Occidente a seguito della guerra in Ucraina in cui la Federazione russa ha minacciato di attivare il dispositivo delle proprie armi nucleari per conseguire gli obiettivi che si prefigge. Detto apparato militare è stato predisposto durante la “guerra fredda” per realizzare l’equilibrio di potenza tra le democrazie occidentali e il mondo comunista. Dopo la caduta del muro di Berlino, le armi nucleari non hanno più suscitato nei cittadini europei l’attenzione del periodo precedente, in quanto esse dovevano in parte essere smantellate o ridotte secondo accordi internazionali, a cura di organi specifici delle grandi potenze. In tale contesto alcuni Paesi della NATO e dell’ex Patto di Varsavia, tra cui Ucraina e Bielorussia, hanno chiesto di distruggere i dispositivi sul proprio territorio o di trasferirli negli arsenali delle potenze di provenienza (Federazione russa o USA) che a tutt’oggi li detengono a scopo di det

La pace: utopia o traguardo possibile?

  È un quesito che nasce spontaneo in questi giorni in cui siamo inondati di notizie e avvenimenti dai contenuti infausti e drammatici che ci coinvolgono direttamente e indirettamente. Nel nostro fragile pianeta si riteneva che la situazione geopolitica in Europa, creatasi dopo il secondo conflitto mondiale, non venisse più posta in discussione dopo 77 anni di pace. Il modo di vivere e i valori dell’occidente, per alcuni in decadenza, sono stati colpiti nella loro essenza da un’aggressione sconsiderata, volta a stravolgere gli equilibri faticosamente raggiunti. Ora la guerra, con tutte le sue implicazioni, è realmente a casa nostra e richiede a tutti, Stati, istituzioni e cittadini di attuare i provvedimenti necessari, al fine di salvaguardare il bene prezioso della pace. Essa viene definita come una “condizione di normalità di rapporti, di assenza di guerre e conflitti, sia all’interno di un popolo, di uno Stato, di gruppi organizzati, ... sia all’esterno, con altri popoli, altri Stat

La forza della democrazia e della libertà

Nel riflettere su quanto accade in Ucraina torna in mente il capolavoro di Lev Tolstoj, “Guerra e pace”, in cui attraverso alcuni personaggi storici, lo Zar Alessandro I e Napoleone Bonaparte, costretti a lasciare ingloriosamente il soglio del potere, egli desidera sconfessare l’ideologia romantica della guerra e far risaltare la fragilità e l’importanza dei valori umani. L’autore, tra l’altro, nelle sue pagine memorabili fa trasparire un importante aspetto: “La storia non è fatta dai grandi condottieri (Napoleone è descritto come un condottiero vanitoso, buon stratega, colpevole di credere d’essere l’artefice del proprio destino, come un bambino che sopra a una carrozza si crede d’essere il conducente), ma da gruppi di persone di varia estrazione, guerrieri, nobili, umili, generosi, ricchi, sognatori che nel loro insieme costituiscono un popolo “. In particolare nel romanzo Tolstoj, testimone della disastrosa campagna di Sebastopoli per l’Impero russo, si sforza di esprimere il desi

Il conflitto alle porte d'Europa

Immagine
  Dal 2014 è in corso tra l’Ucraina e la Russia una guerra, per il controllo di una parte della regione orientale ucraina (bacino del Doneck=Donbas) popolata prevalentemente da etnia russa, che ha causato 14.000 vittime e 1,5 milioni di sfollati.  La diplomazia internazionale è al lavoro da tempo, ma non è riuscita a trovare una soluzione in merito, in quanto sono a confronto interessi geopolitici che riguardano la Russia, l’Europa e tutto il sistema di sicurezza occidentale. Nel settembre 2014, a Minsk capitale della Bielorussia, venne stipulato un protocollo per la stabilizzazione dell’area, sotto l’egida dell’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), a cui hanno partecipato rappresentanti di Russia, Ucraina e delle Rep. Popolari di Lugansk e di Doneck, dichiaratesi indipendenti all’avvio delle ostilità. Tale accordo non ha mai trovato applicazione, mentre il rischio di uno scontro militare più ampio si è via via innalzato, specie in autunno scorso, quando