Il giorno della memoria (10 febbraio 2024)
A seguito
della firma dell’armistizio dell’Italia con gli Alleati, Ante
Pavelic, ustascia e nazionalista croato, si rivolse, l’8 settembre
stesso, alla popolazione per denunciare i patti di
Roma del 1941 stipulati con Mussolini e annunciare che Hitler riconosceva allo
“Stato indipendente croato i territori croati persi sull’Adriatico”. I titini,
in particolare, approfittarono dello smarrimento dell’esercito italiano per
impadronirsi delle armi, delle munizioni e dei mezzi militari, abbandonati nei
magazzini e spogliare i soldati di qualunque oggetto utile alla guerra. Così
armati, essi iniziarono la conquista di parte dell’Istria, seminando terrore
tra la popolazione italiana. Il 13 settembre 1943, il Comitato popolare di
liberazione proclamò, a Pisino, la volontà dell’Istria di essere annessa alla
madrepatria croata e di far parte della Jugoslavia comunista, elevando la città
al rango di capoluogo di regione (al posto di Pola occupata dai tedeschi). Con
un proclama dell’Assemblea venne annunciata alla popolazione istriana
l’abolizione delle leggi politiche, economiche e sociali fasciste. Furono
occupati tutti gli edifici pubblici, l’antico castello Montecuccoli venne
trasformato in carcere e iniziò la persecuzione verso gli italiani. Il
trattamento nelle carceri fu inumano: ogni notte i partigiani si presentavano a
prelevare una lista di detenuti, per trasportarli verso destinazioni ignote.
Solamente con l’arrivo dei tedeschi e l’abbandono delle carceri da parte degli
slavi fu scoperto che i deportati, legati a due a due con un fil di ferro,
venivano gettati, a volte anche vivi, nelle foibe. Tuttavia gli arresti, le deportazioni e gli
infoibamenti non furono soltanto una caratteristica di Pisino. In tutta
l’Istria i titini prelevavano le vittime per sottoporle a terribili sofferenze
prima di ucciderle. Questa pulizia etnica operata a danno degli italiani aveva
una precisa finalità: eliminare la presenza italiana per poi rivendicarne il
territorio al momento della Conferenza di pace (1947 e 1954).
La storia dimenticata di un popolo per 60 anni. I dalmati istriani erano italiani due volte. Per nascita e per scelta dopo il trattato di Parigi del 1947. Non dimentichiamo.
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