FOIBE: Memoria di Basovizza

 


L’indecisione angloamericana permise a Tito di vincere la corsa verso Trieste, giungendo nel capoluogo giuliano il 1° maggio, il giorno prima dell’arrivo delle truppe alleate, senza aver liberato Lubiana e Zagabria (51). Dal canto suo l’Italia, sempre più conscia delle esitazioni angloamericane, su una posizione di debolezza non riuscì a convincere gli alleati di salvaguardare i territori contesi.

Durante i quarantacinque giorni dell’occupazione titina di Trieste e della Venezia Giulia, si verificò in modo più ampio, capillare e deciso quanto accaduto in Istria nel settembre 1943. Le truppe jugoslave, infatti, esautorarono il Comitato di Liberazione Nazionale italiano e assunsero i pieni poteri. Fu imposto il coprifuoco, gli istituti bancari e assicurativi furono chiusi, la stampa venne soppressa a eccezione del quotidiano Nostro Avvenire, di orientamento slavo-comunista. Nelle città occupate dagli slavi furono proibite le manifestazioni di carattere nazionale italiano. Il 5 maggio ad Aidussina, l’Assemblea per la costituzione del Consiglio sloveno proclamò l’annessione del Litorale Adriatico alla Jugoslavia, organizzando, a Trieste, grandi cortei inneggianti all’Unione Sovietica e a Tito (52). Come temuto dal Governo di Roma ripresero gli infoibamenti e le deportazioni di fascisti e collaborazionisti e in generale di italiani con il preciso scopo di eliminarli dal quel territorio. Come rivelò Milovan Gilas (53), politico, partigiano e militare jugoslavo: “nel 1945 io e Kardelj, vice capo della Lega dei comunisti, fummo mandati da Tito in Istria. Era nostro compito indurre tutti gli italiani ad andar via, con pressioni di ogni tipo. E così fu fatto”. Alla fine di maggio furono istituiti i tribunali del popolo per processare gli italiani accusati di fascismo. Furono però incriminati e giustiziati oltre a numerosi esponenti del Comitato di Liberazione Nazionale, anche soldati che avevano combattuto a fianco degli alleati. Si calcola che le vittime accertate dopo la fine della guerra (54), oltre a otto soldati neozelandesi, fossero almeno 832, mentre le vittime presunte ammonterebbero a 4.940, delle quali 2500 gettate nella foiba di Basovizza.

( tratto da "Europa e Balcani occidentali"  dell'Autore)

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