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Il giorno della memoria (10 febbraio 2024)

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  A seguito della firma dell’armistizio dell’Italia con gli Alleati, Ante Pavelic, ustascia e nazionalista croato, si rivolse, l’8 settembre stesso, alla popolazione per denunciare i patti di Roma del 1941 stipulati con Mussolini e annunciare che Hitler riconosceva allo “Stato indipendente croato i territori croati persi sull’Adriatico”. I titini, in particolare, approfittarono dello smarrimento dell’esercito italiano per impadronirsi delle armi, delle munizioni e dei mezzi militari, abbandonati nei magazzini e spogliare i soldati di qualunque oggetto utile alla guerra. Così armati, essi iniziarono la conquista di parte dell’Istria, seminando terrore tra la popolazione italiana. Il 13 settembre 1943, il Comitato popolare di liberazione proclamò, a Pisino, la volontà dell’Istria di essere annessa alla madrepatria croata e di far parte della Jugoslavia comunista, elevando la città al rango di capoluogo di regione (al posto di Pola occupata dai tedeschi). Con un proclama dell’Assemblea ve

Giornata del ricordo (10 febbraio). Foibe: in cammino verso la verità

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  Sino agli anni ottanta la storia ufficiale non ha parlato di questa immane tragedia e anche l’esodo di 350.000 dalmati è rimasto all’oscuro, in quanto argomenti imbarazzanti sia per gli storici che per i governanti. Allora è opportuno ricordare alcuni passi fondamentali: - Il 26 aprile 1915 , l'Italia, che aveva deciso di entrare in guerra a fianco delle potenze dell'Intesa, firmò a Londra il famigerato patto che assegnava in caso di vittoria, oltre il confine al Brennero, tutta l'Istria con Trieste, Gorizia e la Dalmazia. - il 28 giugno 1919 , a Versailles, l'Italia ottenne solo l'Istria e la città di Zara, mentre il territorio di Fiume venne eretto a stato libero. Questo sarà suddiviso poi   tra Italia e il regno degli slavi del sud. Per gli italiani di Dalmazia, rimasti sotto l'amministrazione slava, iniziarono tempi molto duri, in quanto essi furono oggetto di persecuzioni, angherie e violenze, tesi a farli abbandonare i territori che avevano abitato