Il conflitto alle porte d'Europa

 

Dal 2014 è in corso tra l’Ucraina e la Russia una guerra, per il controllo di una parte della regione orientale ucraina (bacino del Doneck=Donbas) popolata prevalentemente da etnia russa, che ha causato 14.000 vittime e 1,5 milioni di sfollati.  La diplomazia internazionale è al lavoro da tempo, ma non è riuscita a trovare una soluzione in merito, in quanto sono a confronto interessi geopolitici che riguardano la Russia, l’Europa e tutto il sistema di sicurezza occidentale.

Nel settembre 2014, a Minsk capitale della Bielorussia, venne stipulato un protocollo per la stabilizzazione dell’area, sotto l’egida dell’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), a cui hanno partecipato rappresentanti di Russia, Ucraina e delle Rep. Popolari di Lugansk e di Doneck, dichiaratesi indipendenti all’avvio delle ostilità. Tale accordo non ha mai trovato applicazione, mentre il rischio di uno scontro militare più ampio si è via via innalzato, specie in autunno scorso, quando un grosso contingente militare russo, in assetto da guerra, è stato schierato ai confini dell’Ucraina, senza chiare motivazioni.

Del resto, assieme alla problematica del Donbas, sono in discussione altre questioni politiche, tra cui la crisi del gas e quella sui migranti al confine tra Polonia e Bielorussia. Pertanto l'Europa, sentendosi in questo momento molto vulnerabile e sotto pressione, cerca di evitare l’avvio di azioni che possano provocare Mosca. D’altro canto, in autunno scorso, Putin ha smentito ogni ipotesi d’invasione, rivendicando il diritto di condurre manovre sul proprio suolo e di rispondere non solo alle provocazioni dell’Ucraina, ma anche alle manovre navali condotte dalla NATO nel mar Nero, poco lontano dalla Crimea. Certamente l’invasione russa dell’Ucraina è uno scenario estremo, in cui Putin potrebbe vincere facilmente (la NATO non ha titolo per intervenire direttamente), ma ad un prezzo altissimo in termini economici, di vite umane e politici. Infatti, il Cremlino dovrebbe affrontare: i costi dovuti a una lunga occupazione dei territori popolati da cittadini estranei alle truppe russe, le sanzioni europee e statunitensi volte a indebolire la disastrata economia russa, il possibile arresto del progetto Nord Stream 2, il deterioramento dei rapporti con gli USA e la perdita del ruolo di mediatore in Ucraina. Sul piano prettamente militare va considerato che la potenza militare dell’Ucraina è stata rafforzata rispetto al passato, anche con il contributo degli USA, ma non è in grado di sostenere un conflitto per recuperare i territori dei cosiddetti separatisti, a prevalente etnia russa. Per le ragioni sopra descritte, si ritiene che le manovre russe ai confini dell’Ucraina abbiano essenzialmente uno scopo geopolitico, cioè: tenere alta la tensione nei confronti dei partner occidentali e destabilizzare, sul piano politico interno, il Presidente ucraino Zeleski, la cui popolarità è in continua discesa (dal 73% all’elezione al 21% attuale). In definitiva, il Cremlino chiede garanzie giuridicamente vincolanti, a lungo termine, per imporre i propri interessi di sicurezza, compresa la fine dell'allargamento della NATO e la non installazione di sistemi militari occidentali in prossimità dei suoi confini. Il suo scopo è di far rivedere l’attuale strategia della NATO e dell’Occidente per mantenere l’ eredità dell’URSS, inclusa l'annessione della Crimea. Il confronto con il Presidente Biden su questi argomenti è appena iniziato e il conflitto è lungi dall'essere risolto. Dall’ammassamento di truppe al confine ucraino-russo e sulla linea di contatto tra l’Ucraina e le regioni separatiste può sempre scaturire qualche incidente e un’escalation incontrollata del conflitto.

Nel prossimo futuro, le questioni intorno e all'interno dell'Ucraina continueranno a essere estremamente impegnative per la sicurezza europea e la diplomazia dell'UE e dell’Occidente. L'evoluzione dell’attuale situazione nel Donbas, rappresenta un banco di prova per la trasformazione democratica dello spazio post-sovietico che, a più di trent'anni dalla caduta dell'URSS, ha bisogno ancora di positive conferme.

 


Commenti

Post popolari in questo blog

Il giorno della memoria (10 febbraio 2024)

La sicurezza e la difesa europea

Disinformazione e Intelligenza artificiale