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In attesa della felicità

Comunemente, si pensa che la felicità sia un’illusione, un mito, una favola da raccontare ai bambini. Si ha la convinzione che pochi l’abbiano davvero conosciuta o abbiano potuto goderla a lungo e che, comunque, il suo raggiungimento debba avvenire attraverso il merito di privazioni e sacrifici, come la conquista di un trofeo  o di un premio.  Gli studi scientifici dimostrano, invece, che il  cervello è programmato per produrla continuamente. In ogni istante, infatti, mentre noi rincorriamo pensieri, progetti, obiettivi, il cervello  si predispone a creare una condizione di pienezza e di soddisfazione, mantenendo sempre attive le centraline del piacere e della gratificazione, secernendo endorfine e neuro-trasmettitori che portano allo stato di benessere (felicità). Purtroppo, nell'esperienza di molte persone sono soprattutto gli stati d'animo negativi ad avere la meglio, i quali turbano ed affliggono la loro mente e non solo. Spesso, si guarda con diffidenza alle persone ch

FRAGILITA' e INTERDIPENDENZA della nostra società

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In un’opera intitolata “La società del rischio”, scritta negli anni Ottanta del secolo scorso, dal sociologo tedesco, Ulrich Beck, si afferma che la società attuale, quale conseguenza dell’alto livello tecnologico raggiunto, genera inevitabilmente rischi legati al carattere complesso e difficilmente controllabile delle tecnologie stesse. La modernità della nostra società  sprigiona forze distruttive che ci costringono a riflettere su questa   nuova fase della storia umana. Considerando le problematiche scaturite dall’attuale coronavirus, le tesi dell’illustre sociologo, appaiono quanto mai attuali.  In verità, alcune minacce del  nostro tempo (attentati terroristici, crisi finanziarie, disastri ecologici, mutamenti climatici, proliferazione di virus letali) hanno sempre caratterizzato l’evoluzione della specie umana. Fin dalla sua comparsa sulla terra, l’uomo ha dovuto affrontare situazioni di crisi che hanno messo a repentaglio la sua stessa sopravvivenza. Tuttavia, i rischi e i

L'ANNO CHE VERRA'

Caro anno nuovo, ti sto aspettando con ansia perché   desidero risollevare con un tocco di   gioia e di ottimismo   la mia vita. Vorrei riscontrare i segni della tua generosità verso tutti coloro che saranno con te durante il succedersi dei tuoi giorni.   La lista delle cose da migliorare su questo pianeta sono tantissime e in parte a me sconosciute. Ma concedimi qualche istante per esprimere   qualche mia richiesta. Nella speranza che tu non nasconda inaspettate e brutte   sorprese, chiedo di poter beneficiare di un anno con un po’ di serenità, di affetto, magari con qualche piccola soddisfazione   da condividere con gli altri e le persone care.   Non farmi mancare la salute necessaria per continuare ad andare avanti   e affrontare le situazioni difficili. Leggo e   sento che sarai un altro anno   impegnativo, per molteplici ragioni, a somiglianza dell’attuale e di quelli trascorsi di recente. Ho fiducia, tuttavia, che tu possa   aiutarmi a tirar fuori il sopito coraggio

L'insicurezza: il malessere di una società in continuo cambiamento

L’insicurezza che colpisce sempre più la nostra società è il risultato di paure derivanti dalla psiche delle persone o da cause esterne insite nell’ambiente ove si vive, in un mondo in continua trasformazione. Ogni individuo ha le sue fragilità, le sue paure (paura di un serpente, del buio, dell’acqua, di guidare, ecc..),   derivanti dall’eredità genetica, dall’educazione ricevuta sin dai primi anni di vita o dall’esperienze affrontate nel corso dell’esistenza.   Qualora alcune paure coinvolgano la collettività, vale a dire la famiglia, la città, il Paese di appartenenza,   per il determinarsi di specifiche condizioni di rischio (terremoto, terrorismo, malattie, ecc.), il vivere comune diviene incerto e difficile. E’ utile considerare, altresì, che l’insicurezza percepita in situazioni particolari, da alcune persone, non sempre rappresenta la situazione di rischio effettivamente esistente. Ad esempio la paura di prendere l’aereo o le reazioni della folla di fronte ad un evento improv

Renzo Pegoraro dal Salone Internazionale del Libro di Torino 2019 - Book...

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La Grande Missione

Mantenere accesa la fiamma dei nostri valori è   lo scopo principale della nostra associazione, costituita prevalentemente da Ufficiali in quiescenza, con una lunga esperienza di vita militare. Per meglio comprendere il significato di tale assunto, ritengo che si possa trarre qualche utile riflessione dal contenuto di un’opera letteraria del secolo scorso: “Il deserto dei Tartari”. Il libro è stato scritto da Dino Buzzati, un bellunese, giornalista del Corriere della Sera, nel periodo che precede la seconda guerra mondiale. Egli descrive in modo inquietante e a volte molto critico, ambienti, regole, personaggi,   aspettative del mondo militare. Probabilmente, da giovane sottotenente, aveva colto i lati più discutibili e negativi di questa vita. Ma, nell’insieme, la storia che racconta è la parabola di un Ufficiale che   perde l’entusiasmo iniziale per adattarsi alla routine di un lavoro duro e ripetitivo, fuori dalla realtà, mentre il tempo scorre a sua insaputa, in attesa di qualcosa

La sfida USA - Cina

Il 9 novembre   1989 cadde a Berlino la cortina di ferro, simbolo della divisione dell’Europa nelle sfere d’influenza statunitense e sovietica,   decretando la fine del periodo storico chiamato guerra fredda. D’allora l’equilibrio mondiale ha subito numerosi cambiamenti. Le guerre nei Balcani, in Iraq e in Afghanistan, il terrorismo internazionale, la guerra siriana, la crisi in Giorgia e in Ucraina, l’occupazione della Crimea, ecc., sono alcuni dei conflitti che hanno modificato il quadro geopolitico mondiale. La NATO   ha diminuito lo slancio nell'allargamento dei suoi confini   verso est, mentre si è riscontrato un sempre maggiore attivismo da parte delle principali   potenze dell’Eurasia,   Russia, Iran, Cina, alle quali recentemente si è aggiunta la Turchia. Nello stesso tempo, anche l’Europa non ha fatto progressi sulla strada dell’auspicata integrazione, salvo la parziale unità monetaria, in quanto non è stata in grado di darsi una costituzione politica e di dotarsi di u